giovedì 16 agosto 2012

Verso Samarcanda (col visa in tasca)


Una vera battaglia questa per il visto tajiko! Ma alla fine l'abbiamo spuntata, non senza qualche alterco con altri team che, arrivati per ultimi, si sono comportati in maniera davvero scorretta giungendo addirittura a farsi consegnare (a nostra insaputa) i nostri passaporti dal consolato per far inserire i loro nomi in una sorta di "visto collettivo". E rivolgendosi oltre a tutto a una agenzia private di dubbia - tanto dubbia - ufficialità. Stendiamo il classico velo pietoso sul comportamento di certa gente che ci auguriamo di non ritrovare più sul nostro cammino e riprendiamo il nostro viaggio. La prossima meta, più che una città, è un autentico mito: Samarcanda. Partiamo da Tashkent col passaporto vistato e pronto per il Tajikistan verso le 16,30. La strada per Samarcanda punta a sud. Il paesaggio si stende su valli d'erba verde dove gli alberi si fanno via via sempre più frequenti man mano che si procede. Ad est cominciano ad apparire all'orizzonte le prime sagome montuose. Non ne vedevano più dalla catena balcanica. Il deserto ora è davvero solo un ricordo.
La strada per Samarcanda ci appare buona e in noi prende corpo la speranza di riuscire a coprire i circa 270 chilometri in linea retta che separano le due città prima di sera. Ma dopo un centinaio di chilometri arriva il primo intoppo. La strada, costruita ai tempi dell'Unione Sovietica, passa per il territorio kasako e, sia pure per pochissimi chilometri, questi non hanno potuto fare a meno di piazzarci un confine. In pratica quindi, la strada muore là, perché nessuno, sano di mente, prenderebbe in considerazione l'ipotesi di entrare in Kasakistan e poi, dopo una ventina di minuti di strada dritta e senza possibili deviazioni, rifarsi un'altra dogana per ripassare in Uzbekistan. Vi ricordiamo che l'ultima volta noi ci abbiamo messo 14 ore a fare solo la metà di questo passaggio! Ed infatti tutte le auto deviano verso una carreggiata laterale che, ahimè, si presenta subito in pessime condizioni. Ora dobbiamo procedere a 30 o al massimo 40 all'ora. Quando scende il buio, ci appare evidente che continuare sarebbe troppo pericoloso. Rimandiamo Samarcanda a domani e troviamo rifugio in una sorta di - come definirlo? - spartano ristorante cui abbiamo fortunatamente incocciato cammin facendo e che mette a disposizione dei viaggiatori che vogliono passare là la notte delle camerate coperte di tappeti e cuscini. L'ambiente è simpatico. Il padrone del posto, il signor No Problem (lo abbiamo chiamato cos' perché queste erano le uniche parole inglesi che conosceva e le ripeteva continuamente, anche per dire buongiorno o per rispondere a domande del tipo "cosa c'è da mangiare?"), ci accoglie con la massima cortesia e alla fine finisce tutto a tarallucc... volevo dire, a vodka e pistacchi.

6 commenti:

  1. In attesa di sapere di più della vigliaccata (senza parole!) commessa dai connazionali, siam sempre più con voi e vi aspettiamo con vodka e...anzi, questa volta con tarallucci e vino :)

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  2. BRAVISSIMI MA NN AVEVO NESSUN DUBBIO SU DI VOI AVNTI SEMPRE PIU LONTANI MA ORMAI VICINI VISTO FOTO DI SAMARCANDA DEVE ESSERE VERAMENTE BELLA IO VIRTUALMENTE SONO LI E POI ANCORA VERSO LA CATENA DEL KARAKORAM E SEGUENDO LA PAMIR HIGHWAI E POI TREK X KARAKUL LAKE ANDATE AVANTI VERSO IL PAKISTAN NO ASPETTATE VENGO PURE IO BELLISSIMO DORMIRE SUI TAPPETI AVVOLTI DAI CUSCINI COSA VOLETE DI PIU VI ASPETTO A SAMARCANDA UN ABBRACCIO X 5

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  3. sono proprio curioso di sapere cosa han combinato i "soliti italiani"... comunque, VAI GENGIS!!! siamo con voi!!! MMMM

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  4. Grandi ragazzi.
    le bottiglie di rosolio alla cannella diventano due.
    Una scaduta per il team furbo....
    Che volete..il viaggio e' il muscuglio di sconosciuti luoghi e persone
    Ma solo la civilta' distingue il viaggiatore dal viaggiante.

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  5. Complimenti per il visto ottenuto in poche ore anzichè settimane. Vi sono vicino! Avanti ragazzi che ci siete!!!
    Sandro

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  6. Siamo contenti di sapere che state bene e che alla fine si e' risolto tutto. Un abbraccio. Marta e Luca.

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