Il team Gengis Khar alla terza edizione del Silk Road Race. Novemila chilometri da Milano a Dushanbe, dall'Italia al Tajikistan attraverso i monti Carpazi, i deserti del Kazakistan, la steppa russa, il mare interno di Aral, città entrate nel mito come Volgograd - Stalingrado, Odessa e Samarcanda.
mercoledì 1 agosto 2012
Una notte al cimitero
Nelle celle mortuarie rumene non c'è la wifi. Lo sto appurando in questo momento. Non mi spiego il perché di questa mancanza ma la triste verità è che non ci si può collegare da questo loculo. Scrivo sperando che, domani, se gli zombi non avranno banchettato con la nostra carne saporita, potrò postare da qualche autogrill. Vedremo quando sorgerà il sole. Per intanto, vi racconto come siamo finiti in questo monastero/cimitero ortodosso. Passate le Porte di Ferro e salutata la spettacolare testa del Re che da tempo immemore sorveglia il bel Danubio blu (che da queste sponde pare nero come la pece), siamo ripartiti verso Bucarest cercando di recuperare il tempo perduto ieri, tra campi minati e strade sbagliate. Verso le nove di sera, abbiamo superato la capitale e, sfatti come gente che si è sciroppata una giornata intera d'auto, abbiamo cercato un motel. Ma non è che ce ne siano tanti, in questo angolo di mondo coperto da sterminati campi di girasole, fabbriche pestilenziali, carretti trainati da cavalli e torme di cani randagi. Così, io ho avuto la bella pensata di chiedere ospitalità ai monaci di un monastero che la carta indicava là vicino.
Che vi devo dire? Era oramai notte avanzata. Ci ha accolto un fratacchione barbuto e svirgolato che non parlava una sola parola di nessuna lingua da noi conosciuta. Tutto contento di avere ospiti - cosa che gli capita assai di rado e dopo ho capito pure perché - ci ha condotto dentro un cimitero. Un cimitero monumentale, se è per questo, ma pur sempre un cimitero. "Questo ci ammazza e ci seppellisce direttamente" paventavamo diffidenti. Ed invece, nel mezzo del terrificante camposanto, la vecchia cella mortuaria era stata adattata a dormitorio d'emergenza. Proprio quello che ci mancava. Con lo spirito di adattamento che non può non avere chi si imbarca in una avventura come la nostra, ci siamo sistemati alla meglio. Anche perché nessuno di noi aveva voglia di uscire ancora nella botte buia buia e calpestare le tombe dei defunti. "Buonanotte" ci ha augurato sghignazzando il fratacchione nero vestito. Beh... speriamo che sia davvero una buonanotte. Non definitiva, magari...
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Beh, per fortuna siete usciti! Dai forza ragazzi!
RispondiEliminaSiamo con voi...... seduti sul balcone, sorseggiando un gelato e bevendo un rosolio alla cannella... UFFA che noia! :-)
RispondiEliminaFORZA RAGAZZI! SIETE BELLIZZIMI!
F&F
CHE ROMANTICO DORMIRE IN UN CIMITERO SOLO IN CERTI POSTI SI GODE LA VITAAAAAAAAAAAAAAAA ANCHE XCHE VOLEVATE UN TRE STELLE X LA DOCCIA VI PENSO ECC. ECC. VI SEGUO ECC. ECC.CUCI
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